BARBARA pane e pasta fresca
“Turtlein, turtlon, lasàgn”, alla fine, diceva Fellini, “la vita è una combinazione di pasta e magia”.
Io sono Barbara e a vent’anni pensavo che avrei fatto sempre la ragioniera. Ero contenta del mio lavoro d’ufficio e non pensavo mai che mi sarei innamorata di un altro lavoro. E’ successo tutto quando mi hanno offerto questa attività in gestione: un vecchio negozio di fianco al Mercatino Albani. Era un’attività ben avviata, non dovevo spendere nulla e non avevo niente da perdere.
Mi è scattato un clic dentro. Ho accettato la sfida. Da quel momento mi si è aperto un mondo. Non pensavo mai che questo negozio sarebbe stato anche una grande occasione di comprensione della vita e delle persone.
All’inizio non è stato tutto facile. A vent’anni, in un piccolo negozio, antiquato, senza riscaldamento, non vedevo l’ora di tornare in ufficio. Erano i tempi in cui esplodeva la grande distribuzione, avere un piccolo negozio che non voleva nessuno era anacronistico. Molti se ne andavano dalla Bolognina. Molti esercizi chiudevano, superati dalla grande distribuzione, dai supermercati.
Ho cercato di capire cosa fare di tutto questo. Non era come oggi che il cooking è diventato una moda. In quegli anni una giovane non avrebbe pensato a questo mestiere, a fare la sfoglia … Le “sfogline” non esistevano quasi più. Io invece pensai di andarle a cercare, queste “ sfogline”. E le trovai. Erano tutte persone anziane o in pensione, quasi una “specie rara” o in via di estinzione. Le ho tanto osservate, ho guardato i loro gesti, come le loro mani si muovevano nella pasta. Tutte quelle signore mi hanno insegnato qualcosa. Erano saperi antichi che non dovevano perdersi.
Mi son detta, Barbara inizia anche tu, inizia a farlo. E alla fine ho imparato.
Intanto i tempi cambiavano. Bologna riscopriva piano piano l’arte della pasta fatta in casa. Il mestiere antico delle sfogline è rinato. A poco a poco son tornati in Bolognina i piccoli negozi di quartiere.
Avevo avuto ragione. Avevo vinto.
Da tutto questo ho imparato che nella vita non bisogna avere paura del cambiamento, che occorre accettare le sfide. Se fossi rimasta una ragioniera forse non avrei ampliato così tanto i miei orizzonti di vita, non avrei accumulato tante esperienze, umane soprattutto. Noi siamo sulla strada, sul territorio, vediamo la gente, vediamo come vive. Le gioie, i dolori, le generazioni, come cambiano. I genitori e i figli a confronto.
Il nostro è un negozio per tutti. Soddisfa i turisti ma prima di tutto i bolognesi che cercano i loro sapori antichi, i sapori di famiglia. Non abbiamo fatto la scuola da chef, diciamo sempre, ma cuciniamo come le nostre nonne. La nostra gastronomia è nata ascoltando i bisogni e le richieste dei clienti. Molti mi dicevano “che buon odore di ragù”, oppure “mi faresti le tagliatelle come le faceva mia madre?”. E allora abbiamo iniziato a cucinare dei piatti tradizionali, i piatti che a volte ci venivano suggeriti da voi, insegnati da voi. Le nostre polpette, i tortellini, il polpettone, il friggione, la pasta e fagioli, le lasagne, il certosino sono come quelli che mangereste a casa.
Certo son qui per vendere i mei prodotti, ma sono anche attenta alle persone. Alcuni nostri clienti li abbiamo quasi adottati, abbiamo stabilito un rapporto di prossimità, di cura. Ci sono anziani, per esempio, che diventano un po’ compulsivi col cibo. Allora cerchiamo di dar loro indicazioni su cosa mangiare, su come non esagerare con i dolci, o con i grassi, per esempio …
In Bolognina siamo in tanti a pensarla così, a vedere le cose in questo modo e questo mi piace. La Bolognina era un luogo con una concentrazione e una ricchezza enorme di attività e servizi, di conoscenze di vita, un vero quartiere unito e solidale. Poi c’è stato un periodo di relativa desertificazione, l’abbandono del territorio da parte di alcune attività che non ce l’hanno fatta. Ora quel clima sta ritornando grazie alla passione e alle iniziative di chi ci abita e ci lavora.
In un territorio che sembra minato da tante difficoltà ci sono tante realtà bellissime da scoprire, c’è qualcosa che assomiglia a dei fiori in un terreno bombardato. .. Per vincere il degrado dobbiamo accedere tante luci. La luce sono i nostri occhi, la nostra coscienza che osserva, siamo noi che portiamo accoglienza, sicurezza.
Sì, dobbiamo accendere tante luci.
Forno Barbara
Via Francesco Albani 10, Bologna